Notizie - FEMCA

Mar17

sciopero alla Sasi per rinnovo contratto acqua-gas

Categoria: Notizie - FEMCA

sciopero alla Sasi per rinnovo contratto acqua-gas

Quattordici mesi di trattative infruttuose presso il ministero del Lavoro e oggi lo sciopero per il rinnovo del contratto del settore gas-acqua - interessati oltre 45mila lavoratori - scaduto il 31 dicembre 2015. L'astensione dal lavoro è stata proclamata da Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec Uil. A Lanciano (Ch) braccia incrociate e sit in, davanti alla sede, di una parte dei dipendenti della Sasi, società che gestisce il servizio idrico integrato: sono circa 120 i lavoratori interessati dal problema. 

 

"Nei giorni scorsi - spiega Donatino Primante, segretario interregionale Femca Cisl Abruzzo -Molise - c'è stata l'ennesima fumata nera al ministero e di qui la decisione di scioperare, in quanto le proposte delle associazioni imprenditoriali di settore sono state considerate irricevibili, sia sotto il profilo normativo che quello salariale. In particolare – evidenzia – le pretese sul piano normativo (demansionamento, codice disciplinare, ecc.) sono del tutto sproporzionate a fronte di una proposta economica esigua, ulteriormente ridotta e peggiorativa riguardo ad uscita turni, lavoro supplementare e superamento delle indennità". 

 

I sindacati di categoria, quindi, hanno dichiarato lo stato di agitazione con conseguente sospensione di ogni prestazione straordinaria, unitamente al blocco delle relazioni sindacali in tutto il settore, per culminare nello sciopero, con assemblee e presidi di fronte alle aziende. "Iniziative in tutti i territori - riprende Primante - tese a sbloccare il negoziato. In Abruzzo - prosegue - sono circa 2mila gli addetti interessati e c'è stata, oggi, una buona partecipazione allo sciopero. Per la prima volta anche i lavoratori Sasi hanno aderito"
           
Feb17

Proclamato lo Stato di agitazione dei Centri di Ricerca in Abruzzo

Categoria: Notizie - FEMCA, Notizie - FAI

Proclamato lo Stato di agitazione dei Centri di Ricerca in Abruzzo

Il giorno 16 febbraio 2017 si è riunita l’Assemblea sindacale dei lavoratori di COTIR, CRAB e CRIVEA sulle problematiche che stanno vivendo i centri di ricerca.

L’Assemblea, unitamente alle organizzazioni sindacali di categoria FLAI,  FAI E UILA, FILCTEM CGIL,  FEMCA E UILTEC, e alle rispettive confederazioni regionali di CGIL,CISL e UIL, decide di ribadire al Presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, all’Assessore, Dino Pepe, e ai Dirigenti, di assumersi la responsabilità di atti che incidono sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici, che sono senza stipendio da mesi. Gli impegni assunti con la firma della intesa del 27 gennaio c.a., devono essere rispettati!

I lavoratori e le organizzazione sindacati hanno deciso di intraprendere,  lunedì prossimo, le opportune iniziative di lotta e la proclamazione dello stato di agitazione, nel caso in cui, nelle prossime ore, non ci sarà un riscontro sull’erogazione del Fondo 2016 stanziato in favore dei Centri di Ricerca, se non saranno adottati  atti concreti per l’uscita dalla procedura di liquidazione, e continuerà il permanere di inadempimenti sull’accordo.

L’ Accordo sottoscritto con il Collegio dei liquidatori ha come obbiettivo la salvaguardia i posti di lavoro e l’attività di ricerca e sviluppo svolta dai tre Centri ma la Regione deve dimostrare la volontà politica di investire sul nuovo ed unico Centro regionale come un punto di riferimento nel mondo della ricerca e dello sviluppo nel settore dell'agroindustria, agroalimentare e ambientale, attraverso atti concreti nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie.

Ci auguriamo che in queste ore la Regione  paghi lo stipendio ai cinquanta dipendenti dei tre Centri. Un primo passo verso il superamento dello stato di liquidazione e arrivare alla fine di questo lungo processo di riordino.

 

Segreterie regionali                                Federazioni di Categoria                         Rsa Crab Cotir Crivea

      Cgil Cisl Uil                                            Flai Fai Uila

                                                                   Filctem Femca Uiltec  


           
Dec22

Il mondo della Moda sciopera il 13 gennaio

Categoria: Notizie - FEMCA

Il mondo della Moda sciopera il 13 gennaio

Le sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno dichiarato sciopero generale e manifestazione nazionale a Firenze il 13 gennaio per il rinnovo dei contratti tessile-abbigliamento e calzaturiero, scaduto il 31 marzo 2016..

"Il modello proposto da SMI-Confindustria non è il nostro modello – incalzano i segretari generali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil - non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno”. “La nostra storia contrattuale – concludono - è una storia importante e ha una tradizione che va rispettata e non tradita”.

Per quel che riguarda il coinvolgimento del settore calzaturiero nello sciopero generale, si prende atto che qualora ci siano riscontri positivi da parte di Assocalzaturifici durante l’incontro conclusivo della trattativa, previsto per il 9 gennaio prossimo, l’agitazione non coinvolgerebbe anche i lavoratori delle aziende calzaturiere.

I lavoratori del settore tessile (circa 420.000) e quelli del settore calzaturiero (poco più di 80.000) sono entrambi in lotta per i rinnovi dei contratti di lavoro, entrambi scaduti lo scorso 31 marzo. Settori questi dove, solo negli ultimi cinque anni, si è assistito ad una emorragia di più di 100.000 posti di lavoro.

 

    Filctem CGIL Abruzzo                  Femca CISL AbruzzoMolise                   Uiltec UIL Abruzzo


           
Dec13

VERTENZA BAKER HUGHES

Categoria: Notizie - FEMCA

VERTENZA BAKER HUGHES

Si sono incontrati, lunedì scorso, la direzione aziendale di Baker Hughes, le Segreterie Nazionali e Territoriali di Filctem CGIL, Femca CISL, Uiltec UIL e i rappresentanti dei lavoratori,  per la procedura di licenziamento avviata dall’azienda in data 11 novembre 2016 per ulteriori 7 dipendenti  e, inoltre, è stato discusso il protocollo di relazioni industriali, proposto dalle stesse segreterie sindacali e sottoscritto con la società, per fronteggiare la grave crisi che ha colpito l’intero settore petrolifero sin dal 2009. Protocollo che prevedeva un percorso difficile, determinato da scelte necessarie e di sacrifici a salvaguardia dell'attività produttiva, percorso condiviso con le parti sociali che hanno contribuito con non poche difficoltà, anche finanziarie, per sostenere il percorso di aiuto richiesto dalla multinazionale americana che negli ultimi 5 anni ha fatto uso di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione.

La richiesta di incontro è scaturita dall’atteggiamento del management negli ultimi mesi che ha disatteso tutti gli impegni assunti, fino all’azione estrema nella controllata Western Atlas che ha sede a Ravenna da oltre 30 anni ,di interrompere anticipatamente la Cassa Integrazione Straordinaria in corso e procedere alla chiusura di Ravenna e al licenziamento di tutti i 46 dipendenti .I primi 27 sono stati licenziati il 23 novembre scorso, i restanti verranno licenziati nei 120 giorni previsti dalla procedura, nonostante vi siano ancora a disposizione mesi di cassa integrazione e contratti di lavoro acquisiti,ancora da onorare.

Le Segreterie Nazionali hanno chiesto al management di recedere dalla procedura dei licenziamenti ed assorbire tutto il personale di Western Atlas , come consigliato al MISEdalDr. Castano nell’incontro del 4 novembre scorso. In più riprese, il dr. Castano aveva chiesto chiarimenti al Vice Direttore Russel in merito ai comportamenti tenuti dall’azienda, spesso confusi e incomprensibili e dalle evidenti inosservanze, suggerendo alla stessa di assorbire in toto il personale di Western Atlas in Baker Hughes, in modo da poter continuare le attività in corso.

L’azienda di fatto, anche oggi,ha ribadito le direttive ricevute dal management e proseguirà nella chiusura dell’attività di WIRE LINE in Italia chiudendo definitivamente Western Atlas a Ravenna, pur consapevole di non poter più offrire in Italia un servizio così importante e strategico nella attività dell’oil&gas (con personale dall’elevata formazione operativa e conoscenza della sicurezza, nell’utilizzo di esplosivi e sorgenti radioattive)

Anche per la sede di Cepagatti il management è irremovibile e intende proseguire nella procedura di licenziamento di 7 persone, procedura per la quale è stato firmato un verbale di mancato accordo, attivando così il percorso istituzionale e rinviando il confronto nelle sedi ministeriali.

Le Segreterie Nazionali hanno comunicato la rottura delle relazioni sindacali. Le stesse seguiranno assiduamente il percorso istituzionale con l’obiettivo di impedire alla multinazionale che si è presa gioco di tutti, Istituzioni comprese, di proseguire a sfruttare risorse e territori, ma soprattutto impedire il depauperamento del know out e della preparazione raggiunta dai lavoratori, proprio adesso che timidi segnali positivi derivanti dal mercato internazionale di settore, fanno intravedere un’inversione di tendenza che fa ben sperare.

La stessa acquisizione da parte di GENERAL ELECTRIC del Gruppo BAKER HUGHES ne è la prova. La notizia dell’operazione inizialmente ha fatto ben sperare i lavoratori di Ravenna, Pescara,Viggiano e Milano, mal’operazione su scala mondiale prevede tempi tecnici medio lunghi. Si rischia di arrivare all’operazione senza più le professionalità fidelizzate in azienda mettendo a rischio la capacità operativa, ma inevitabilmente anche la qualità della sicurezza, che sommata alla rinuncia di attività strategiche come la “Wire Line” condizionerebbero inevitabilmente la capacità operativa di General Electric in Italia.

Le Segreterie Nazionali indicono uno stato di agitazione ed uno sciopero nazionale di 8 ore per il giorno 20 Dicembre 2016 a sostegno della vertenza in atto.

   

Filctem CGIL                                        Femca CISL                                   Uiltec UIL

   Mongiusti                                            Primante                                         Cesare


           
Nov18

Il mondo della Moda sciopera

Categoria: Notizie - FEMCA

Il mondo della Moda sciopera

Le Segreterie Nazionali di Filctem Femca Uiltec hanno proclamato lo sciopero di 8 ore per il mancato rinnovo del Contratto Nazionale per le aziende del Tessile e dell’Abbigliamento.

La trattativa, a distanza di 6 mesi dalla scadenza del CCNL, si è interrotta a causa della indisponibilità delle controparti a rivedere le modalità di individuazione ed erogazione degli incrementi salariali e per le richieste di riduzione dei diritti e il ruolo negoziale delle Organizzazioni Sindacali territoriali e delle R.S.U. , - denunciano le sigle sindacali.

L’associazione datoriale vuole espressamente ridurre il potere della contrattazione aziendale, inserendo  nel contratto nazionale la disciplina in materia di organizzazione del lavoro. Per filctem-cgil femca-cisl uiltec-uil la contrattazione aziendale e territoriale resta il fulcro del confronto sui temi legati alla produttività. Il CCNL deve continuare ad essere uno strumento agile ed utile a lavoratrici/lavoratori ed imprese per disegnare congiuntamente modelli organizzativi flessibili ed efficaci in un settore così complesso.

Le imprese del mondo tessile, - denunciano i sindacati -,  non vogliono sottoscrivere un ccnl che risolva i problemi e affronti le difficoltà.

Il 21 novembre i lavoratori del settore tessile e dell’abbigliamento dell’Abruzzo si ritroveranno a Penne per uno sciopero di 8 ore con una manifestazione regionale alla quale parteciperà, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, il Segretario nazionale della Femca Cisl Mario Siviero.

Lo sciopero non si fermerà a Penne ma continuerà con una manifestazione nazionale, perché dopo anni di lavoro condiviso non si possono negare i diritti per garantire competitività alle aziende trascurando l’importante discussione sull’industria 4.0 che attraversa, da nord a sud, il Paese.

Nonostante la volontà, più volte espressa, dalle  Organizzazioni Sindacali ad affrontare le problematiche hanno preso atto che l’Associazione Datoriale, SMI Sistema Moda Italia, sembra interessata esclusivamente a ridurre diritti e salari attraverso l’affermazione di un nuovo modello contrattuale. Questa posizione ha costretto le Segreterie nazionali e la Delegazione Trattante alla rottura del Tavolo Negoziale e l’organizzazione di una capillare campagna di assemblee informative in tutte le aziende del comprato tessile.

Dopo oltre 20 anni il settore torna allo sciopero e lo fa in difesa del CCNL un comparto dove la contrattazione di 2° livello, per cultura e per dimensione aziendale, stenta ad affermarsi. Per Filctem-Femca-Uiltec è irrinunciabile il ruolo regolatore e l’autorevolezza salariale del contratto nazionale e si impegnano a mettere in campo tutte le iniziative sindacali e mediatiche utili alla ripresa e alla positiva conclusione del confronto.

Anche le lavoratrici e i lavoratori della Moda hanno diritto a vedere rinnovato il loro contratto nazionale di lavoro.

 

    Filctem CGIL Abruzzo                  Femca CISL AbruzzoMolise                   Uiltec UIL Abruzzo

           
Oct18

La Femca CISL investe nella formazione dei propri delegati

Categoria: Notizie - FEMCA

La Femca CISL investe nella formazione dei propri delegati

“Sindacato, proselitismo, politiche attive ed Europa” sono al centro del corso formativo curato dalla FEMCA CISL AbruzzoMolise che si svolgerà a Fara S. Martino (Chieti) il 19 e 20 ottobre prossimo.

“Investire e preparare i giovani e i rappresentanti sindacali ad affrontare meglio le nuove sfide del sindacato in un mercato del lavoro sempre più difficile è questa l’importante sfida per il II modulo del corso di formazione che ha avuto inizio nel mese di giugno, - sottolinea Donatino Primante”.

Il primo appuntamento formativo “Rappresentare e contrattare – si è tenuto a Vasto. Ai lavori del secondo modulo parteciperanno Maurizio Spina, Segretario Generale Cisl AbruzzoMolise, Angelo Colombini, Segretario Generale Femca Cisl Nazionale e i rappresentanti sindacali provenienti dai luoghi di lavoro dei settori dell’energia, chimico, tessili e affini.

“Di particolare interesse è la tavola rotonda, dal titolo “Il sindacato che vorrei”, organizzata per il secondo giorno, dove il Segretario Nazionale, Angelo Colombini si confronterà con un Direttore e un Presidente di due grande esperienze aziendali abruzzesi nel settore chimico, - spiega Primante. I lavori continueranno anche il 21 ottobre con il Consiglio Generale per fare il punto sulla legge di stabilità, e per approfondire i temi dell’accordo sulla riforma delle pensioni e del documento unitario sul modello contrattuale.”

Nella prima giornata formativa i corsisti insieme ad  Italo Rodomonti, già Segretario Generale Csc del Sindacato belga dei lavoratori del settore chimico e dell’energia, discuteranno ed affronteranno i temi dell’emigrazione dei giovani all’estero e dell’Europa.

La Femca si prepara ad affrontare al meglio una stagione ricca di appuntamenti importanti e attesi, come i rinnovi contrattuali e la fase congressuale.

“Per la realizzazione di entrambi i moduli formativi ci siamo avvalsi della collaborazione di Fiorenzo Colombo, Direttore di BiblioLavoro. Quest’attività di approfondimento e di studio continuerà anche nei prossimi anni, perché il luogo di lavoro rappresenta da sempre il riferimento privilegiato del nostro modo di essere e di fare sindacato e per questo intendiamo stare vicini e rafforzare sempre di più il ruolo dei nostri delegati sindacali, RSA e RSU, - ha concluso Primante, Segretario della FEMCA AbruzzoMolise.

 

                                           Segretario Generale FEMCA ABRUZZOMOLISE  

                                                              DONATINO PRIMANTE                               
Sep08

L’Aca una società pubblica in attivo

Categoria: Notizie - FEMCA

L’Aca una società pubblica in attivo

In questi ultimi giorni torna alla ribalta la società Aca di Pescara, perché venerdì prossimo i 64 sindaci dei Comuni soci  sono chiamati a nominare l'amministratore unico dell'azienda.

“I 21 candidati alla poltrona, ricoperta attualmente dall'avvocato Vincenzo Di Baldassarre, devono conoscere la storia amministrativa dell’azienda che gestisce il Servizio Idrico Integrato della Provincia di Pescara, - cosi  Di Crescenzo, Spina,  Cordesco e Campo commentano la vicenda che durante le vacanze estive ha calcato le testate giornalistiche locali.”

Nel 2013 l’ Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), a causa delle gestioni precedenti, ha rischiato di arrivare al dissesto finanziario e, per tentare il risanamento avvenuto nell’ultimo triennio, è stata aperta e ottenuta la procedura concorsuale del concordato preventivo.

“Una crisi superata grazie ad una politica di riduzione dei costi e ad una riorganizzazione interna concertata con i sindacati, che hanno consentito un percorso di  risanamento dei conti. Oggi  possiamo affermare che  l’Azienda ACA  è virtuosa: non si trova più in una situazione di insolvenza e la sua gestione amministrativa non è più fallimentare.  Questa nuova politica industriale ha consentito di avere, anche grazie ai sacrifici dei lavoratori, un bilancio che è tornato in utile.”

“Vogliamo ricordare, inoltre, che i soci dell’azienda sono i Comuni; ma anche i cittadini con un eventuale aumento delle tariffe da scongiurare, quindi è un interesse comune  che venga evitata qualunque crisi,  perché sarebbe solo la comunità a pagare i debiti di un eventuale dissesto causato da una politica industriale sbagliata e non lungimirante, - denunciano la Femca e la UILTEC- .”

 “La Politica, in questo frangente,  deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità nella scelta di una persona che dia continuità alle politiche aziendali e alle relazioni industriali di questi ultimi anni. L’ACA deve essere radicata nel territorio,  amministrata da un Manager competente e capace di valorizzare il lavoro fino ad oggi svolto. La gestione del servizio deve essere legata ai risultati, al fine di dimostrare che il pubblico può essere un'opportunità per la collettività. I cittadini hanno diritto ad un servizio efficiente, a costi contenuti ed in grado di tutelare le fasce deboli della società delle province pescaresi, - hanno concluso i Segretari della FEMCA CISL, della CISL,  della UILTEC-UIL e della UIL-”.

 

         Femca CISL - CISL AbruzzoMolise                               Uiltec UIL - UIL Abruzzo

   Stefano Di Crescenzo – Maurizio Spina                Giovanni Cordesco – Roberto Campo

Ago30

98 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro

Categoria: Notizie - FEMCA

98 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro

L’Azienda Baker Hughes ha annunciato, in Abruzzo, il licenziamento di 98 lavoratori.

“La multinazionale, - denunciano i Sindacati -, non ha intenzione di andare avanti con gli ammortizzatori sociali concessi in caso di riorganizzazione perché non riuscirebbe a garantire un piano d’investimento e i livelli occupazionali. Che il settore petrolifero stia attraversando una crisi profonda è evidente: ma siamo sicuri che la Baker Hughes voglia rimanere nel territorio abruzzese?”

I lavoratori e i rappresentanti della Filctem Cgil, della Femca Cisl e della Uiltec Uil, in questi giorni, hanno scioperato contro il piano di licenziamento presentato il  17 agosto a Roma davanti ai rappresentanti del Ministero.

La Società multinazionale, che  nella sede Villanova di Cepagatti (Pescara) impiega 178 addetti, ha anche rifiutato una proposta delle Organizzazioni sindacali presentata alla fine del mese di agosto ad un incontro tra Regione, Sindacati e i vertici dell’azienda.  La Baker Hughes che ha già usufruito della Cassa integrazione straordinaria per crisi ed in deroga, fino al mese di agosto 2016, per richiederla deve attendere altri 5 mesi. La Regione ha avanzato la possibilità di usufruire per quei mesi di fondi e con l’eventualità per i lavoratori di utilizzare l’aspettativa non retribuita: una soluzione a zero costi per l’azienda che è stata rifiuta.

La Baker Hughes, che presta servizi per le grandi aziende petrolifere nelle  attività estrattive, sta procedendo verso i  licenziamenti collettivi e non vuole considerare soluzioni alternative che abbiano un minore impatto sul territorio regionale in termini occupazionali ed economici andando anche contro un percorso delineato con la precedente dirigenza internazionale. Infatti la Baker Hughes Italia da qualche mese ha un management russo che ha deciso di licenziare senza percorre strade alternative.

"È inaccettabile che l’azienda rifiuti la nostra proposta e quella della Regione: una soluzione senza costi con la possibilità di usufruire di altri 16 mesi di cassa integrazione straordinaria e avrebbe consentito, inoltre di non perdere le alte professionalità in attesa di una ripresa del mercato petrolifero, in cui già si intravedono dei segnali di ripresa, - hanno concluso i Segretari Regionali della   Filctem CGIL, della  Femca CISL, della Uiltec UIL”.

 

    Filctem CGIL                                        Femca CISL                                        Uiltec UIL

  Carlo Petaccia                                 Stefano Di Crescenzo                          Giovanni Cordesco

Apr12

FEMCA, FILCTEM e UILTEC: POSIZIONE UNITARIA su REFERENDUM TRIVELLE

Categoria: Notizie - FEMCA

FEMCA, FILCTEM e UILTEC: POSIZIONE UNITARIA su REFERENDUM TRIVELLE

In occasione della consultazione referendaria del 17 aprile, i Segretari Generali di Filctem CGIL – Femca CISL e Uiltec UIL esprimono la loro contrarietà sul merito del quesito e forti preoccupazioni per le conseguenze dell’eventuale affermazione dei SI. 

Da anni siamo impegnati nel favorire attraverso accordi di programma e intese riorganizzative, la trasformazione di impianti tradizionali in produzioni bio compatibili o tecnologie innovative (riconversione in bio raffinerie dei siti di Marghera e Gela, in plastica green a Porto Torres) o lo sviluppo delle energie rinnovabili e pertanto la sostenibilità delle produzioni, la sicurezza dei lavoratori impegnati all’interno dei siti produttivi e il rapporto con il territorio, sono per noi priorità negoziali nei confronti delle controparti aziendali e delle Istituzioni Locali e Nazionali. Inoltre garantire e sviluppare le produzioni nazionali di idrocarburi, eviterebbe ulteriori impegni delle Compagnie Petrolifere occidentali in Paesi a rischio sul piano dei diritti del lavoro, dell’ambiente e della legalità.

Il nostro dissenso quali Segretari Generali delle organizzazioni maggiormente rappresentative dei lavoratori operanti nel comparto, si basa pertanto sull’esperienza maturata negli anni e su alcune considerazioni, che riteniamo fondamentali per la ripresa e il rilancio dell’economia:
• L’Italia importa circa l’80% dell’energia utilizzata e oltre il 90% di quella prodotta da fossili (petrolio, gas metano, carbone), che nella maggior parte dei casi proviene da Paesi a rischio geopolitico (Russia, Libia e Algeria per il gas e dai vari Paesi produttori medio orientali per il petrolio) e che non consentono certezza nell’approvvigionamento. Oggi soltanto la Norvegia, come Paese esportatore verso l’Italia, è rappresentativo di una democrazia matura e questo è un tema che non può in alcun modo essere sottovalutato.
• Il nostro Paese è già fortemente impegnato nella lunga transizione - gli esperti parlano ancora di 70/80 anni - verso l’utilizzo totale delle rinnovabili, che al momento però non garantiscono la necessaria autonomia e sicurezza nella continuità degli approvvigionamenti per gli utilizzi civili, commerciali, sociali ed industriali.
• Il quesito referendario non chiede di autorizzare o meno nuove trivellazioni, ma chiede il blocco delle concessioni di impianti off shore attualmente operativi nell’estrazione di olio e gas naturale tra le 5 e le 12 miglia marine dal limite della costa. Impianti operativi su giacimenti ancora ricchi di idrocarburi e fondamentali per la produzione interna.
• Recentemente il Parlamento è già intervenuto su questa materia, vietando richieste di esplorazione, coltivazione e estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine.
• Oltre l’80% degli impianti interessati dal quesito referendario sono dedicati all’estrazione del gas naturale, idrocarburo semplice a basse emissioni di CO2 e indicato anche nei vertici mondiali sulla tutela ambientale, quale vettore energetico ideale nella già indicata transizione verso le rinnovabili.
• Gli addetti dedicati agli impianti interessati dal referendum e la cui occupazione verrebbe messa a serio rischio sono circa 5.000 tra i diretti (operativi sulle piattaforme, attività di ingegneria, staff, logistica e commerciale) e circa 15.000 tra gli indiretti (manutenzioni edili e meccaniche, trasporto, logistica indiretta, attività di supporto vario).
• Il nostro Paese è secondo soltanto alla Germania nelle produzioni manifatturiere, attività strategiche per la ripresa della crescita e dell’occupazione, che, essendo energivore, hanno bisogno di continuità nelle forniture.
• Le attuali norme di tutela ambientale e di sicurezza degli impianti sono estremamente severe e garantiscono ai tratti di mare interessati dalle attività di esplorazione, una flora e una fauna di qualità sul piano batteriologico e biochimico e con biodiversità diffuse.
• Altri Paesi come la Norvegia e la Gran Bretagna, con legislazioni ambientali severe come la nostra, permettono in quantità molto superiori a quelle italiane, le coltivazioni ed estrazioni di idrocarburi.
• La fiscalità locale e centrale (oggi la tassazione media su queste produzioni è al 63.9%) subirebbe un pesante ridimensionamento con la riduzione delle royalties a favore degli Enti Locali interessati e dello Stato Centrale in una condizione di grande difficoltà nel reperimento di risorse pubbliche.
Ribadiamo pertanto la nostra ferma contrarietà ad una iniziativa referendaria che riteniamo inutile e dannosa per il Paese. Inutile perché interviene su una materia già definita dalle normative recentemente approvate dalle Istituzioni competenti e dannosa per le conseguenze che un’eventuale affermazione dei SI comporterebbe sull’occupazione e le professionalità del settore, sulla fiscalità locale e centrale, sull’autonomia energetica del Paese e sui danni ambientali che deriverebbero dall’aumento del traffico navale interno per le conseguenti maggiori importazioni di petrolio via navigazione marittima.
Per queste motivazioni invitiamo ad affrontare il dibattito sulla transizione energetica fuori da posizioni dogmatiche e precostituite, invitando il Governo, le Istituzioni Locali e le aziende del settore ad aprire con urgenza un confronto di merito sulla realizzazione della Strategia Energetica Nazionale per sostenere gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture innovative e delle nuove tecnologie nel settore, favorendo così la crescita e un rinnovato sviluppo del Paese.

I Segretari Generali
FILCTEM CGIL FEMCA CISL UILTEC UIL
Emilio Miceli Angelo Colombini Paolo Pirani

Mar04

Vertenza BRIONI

Categoria: Notizie - FEMCA

Vertenza BRIONI

Questa manifestazione non può e non deve essere circoscritta ai soli dipendenti di Brioni, ma tutti i cittadini abruzzesi ed in particolare gli abitanti del territorio vestino devono partecipare attivamente allo sciopero di Mercoledì 9 Marzo.Si stanno organizzando autobus che partiranno sia dallo stabilimento di Penne che dallo stabilimento di Montebello di Bertona, A Pescara dobbiamo essere in tanti!

In questi ultimi sette anni, Brioni sia prima dell’acquisizione da parte gruppo kering, che dopo, ha utilizzato una svariata serie di ammortizzatori sociali.

Dal 2009, in contemporanea dell’inizio della cassa integrazione ordinaria, è stata attivata la prima procedura di mobilità volontaria. La prima procedura ha trovato l’adesione dei dipendenti più vicini alla pensione. Nella seconda procedura di mobilità volontaria invece, complice un incentivo all’esodo più sostanzioso ( 28000 euro), hanno aderito anche dipendenti che non si avvicinavano alla pensione. Tra le due procedure sono uscite circa 122 persone.

Ad ottobre del 2011 è stata la volta della divisione donna, dove nella maggioranza dei casi, i lavoratori e le lavoratrici nell’arco di 14 mesi hanno trovato posto negli altri stabilimenti di Brioni ( Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova). Comunque ad ottobre del 2013 alla fine dei due anni di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, circa 20 lavoratori tra volontari e non, sono andati anch’essi in mobilità.

Il 26 marzo 2014 invece si conclude una lunga trattativa che porta tra cassa integrazione straordinaria e mobilità un saldo negativo di ulteriori 65 dipendenti. Attualmente ci sono alcuni dipendenti ancora in cassa integrazione ( che scadrà il 6 aprile 2016), tra cui sette che hanno scelto i corsi di riqualificazione e dal 7 aprile saranno in produzione. Il saldo negativo quindi al 6 aprile dovrebbe attestarsi sui 58 dipendenti. L’incentivo all’esodo in questo caso sottoscritto il 26 marzo 2014 varia da 42mila a 49mila euro. In questo periodo, in aggiunta, hanno accettato la mobilità volontaria a simili condizioni, altri 10 lavoratori tra la parte amministrativa di brioni e l’ex roman mode, oggi anch’essa divenuta Roman Style spa.

Un ulteriore mobilità volontaria è stata sottoscritta ad ottobre 2015 e 50 dipendenti hanno scelto questa strada accettando un incentivo che variava da un minimo di 16 mila euro per i part time al 50% ad un massimo di 32mila euro per i full time. Questa mobilità è stata prorogata fino al 29 di febbraio ed altri 15 dipendenti sono andati in mobilità.

Ad oggi, quindi abbiamo assistito alla perdita di circa 275 posti di lavoro, senza dimenticare gli ulteriori 54 dipendenti che hanno perso il loro posto di lavoro tra Modena e Bologna in seguito alla chiusura di Sforza, azienda rientrante nel brand Brioni.

A questo punto vogliamo un impegno da parte di Brioni , oltre che a presentarci il piano industriale, ad esplorare tutte le attività di insourcing fattibili , ed andare ad esplorare tutte quelle attività che possono portare ulteriori volumi a Roman Style, sia all’interno che all’esterno del gruppo kering, che consentano una crescita organica.

   Filctem CGIL                                       Femca CISL Pescara                            Uiltec UIL

Domenico Ronca                                      Leonardo D’Addazio                       Luca Piersante

 

Lug16

Consigli Generali della Femca-Cisl e della Fim-Cisl di Abruzzo Molise

Categoria: Notizie - FEMCA

Consigli Generali della Femca-Cisl e della Fim-Cisl di Abruzzo Molise

Si sono riuniti congiuntamente, giovedì  16 ottobre, presso l’Hotel Giardino di Fossacesia, i Consigli Generali della Femca-Cisl e della Fim-Cisl di Abruzzo Molise.

            È un appuntamento che ha segnato un’altra tappa importante per la CISL: il processo di unificazione delle due categorie, del settore moda, chimica ed energia e quello metalmeccanico, che porterà alla nascita di una nuova Federazione di circa 14 mila associati in Abruzzo e in Molise. Tale accorpamento si inserisce nel progetto di riforma organizzativa in atto all’interno della CISL. Un percorso necessario per reagire alle trasformazioni del sistema produttivo e della rappresentanza.

            Il dibattito, presieduto dal Segretario Generale della Cisl AbruzzoMolise, Maurizio Spina, è stato aperto dalle relazioni dei due Segretari Generali della Femca e della Fim AbruzzoMolise, Donatino Primante e Domenico Bologna, e dall’ intervento del Segretario Nazionale della Fim Cisl, Marco  Bentivogli, invece le conclusioni sono state affidate al  Segretario Generale Nazionale della Femca Cisl, Sergio Gigli.

            Una riorganizzazione  per permettere all'azione del sindacato di dare risposte ai mutati contesti del mondo  del lavoro, utile al rafforzamento del ruolo strategico del settore industriale, messo in discussione da questa crisi iniziata dal 2008 e dalla quale non si riesce ad uscire.

              La fusione tra Femca e Fim   si realizza in uno dei momenti più cruciali per la storia sindacale, sociale e democratica. La nascita di questa nuova federazione è una svolta importante non solo per la Cisl ma anche per il  mondo del lavoro, perché consentirà la costituzione di una rete ancora più fitta, grazie all’impegno dei quadri, degli Rsa e degli Rsu.

             Quello di giovedì è stato un appuntamento importante per il sindacato perché la riforma organizzativa rappresenta un’occasione per dar vita ad una nuova Federazione più forte sul territorio e capace di dare risposte concrete ai propri lavoratori ed iscritti.

            La nuova Federazione dell’Industria muove i suoi primi passi in Abruzzo e in Molise perché la CISL vuole essere protagonista in questa sfida dove si deve confermare la centralità della contrattazione di secondo livello, spostando competenze e risorse contrattuali, per innestare una politica industriale ben strutturata ed un recupero accelerato di produttività.

 Il Segretario Generale  Femca-Cisl Abruzzo Molise               Il Segretario Generale Fim-Cisl Abruzzo Molise

           Donatino Primante                                                                                           Domenico Bologna 

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