E’ in ripresa l’occupazione in Abruzzo, anche se i nuovi contratti sono soprattutto a termine. Persistono forti ritardi in alcuni settori, soprattutto in agricoltura.

E’ in ripresa l’occupazione in Abruzzo,  anche se i nuovi contratti sono soprattutto a termine. Persistono forti ritardi in alcuni settori,  soprattutto in agricoltura.

I dati Istat.   L’Istat segnala una crescita degli occupati dal primo al secondo trimestre 2017, segno di una effettiva ripresa dopo le conseguenze catastrofiche del terremoto e degli eccezionali eventi atmosferici.      Ma la  Regione  è  ancora in ritardo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno e soprattutto rispetto allo stesso periodo del 2008.

Prima dell’avvio della crisi strutturale c’erano 23 mila posti di lavoro in più, ma anche  l’anno scorso gli occupati erano 496 mila, 11 mila in più di quest’anno.

 

E’ stata soprattutto l’agricoltura a pagare il peso della crisi –sostiene Leo Malandra, segretario generale Cisl Abruzzo Molise – seguita, in parte dai servizi.  Regge bene invece il settore industriale che addirittura incrementa gli occupati, 7 mila in più rispetto allo scorso anno e addirittura 13 mila in più rispetto  al 2008.

Scende l’occupazione, resta stabile la disoccupazione; rallenta di conseguenza anche il tasso di attività.  Una particolare sofferenza,  secondo l’Istat, attraversa il  lavoro indipendente (imprenditori, professionisti, collaborazioni) che registra una contrazione  un po’ in tutto il paese”. In grave sofferenza rimangono anche le piccole e piccolissime imprese e l'intero settore artigiano, non supportate a sufficienza dal credito.

 

Osservatorio precariato Inps.    Va  meglio per il lavoro dipendente. 

Secondo L’Osservatorio Inps che rileva appunto il lavoro subordinato, quest’anno la situazione è decisamente positiva,  anche rispetto allo scorso anno.  Tra gennaio e giugno sono stati avviati quasi 88 mila nuovi contratti, 14 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016.  

Aumenta  in modo straordinario il peso del contratto a termine e stagionale, che ha trascinato con sé tutte le altre tipologie contrattuali – continua Malandra.

In particolare,  interessante e significativo è  l’andamento del contratto  a tempo indeterminato: l’Inps segnala addirittura una diminuzione delle assunzioni nei primi 6 mesi dell’anno, ma contemporaneamente registra un crollo straordinario delle cessazioni, nettamente il più alto in Italia:   ne consegue un saldo positivo in aumento del 20%.    In sostanza, oggi in Abruzzo la quota di  lavoro stabile continua a crescere (grazie alla diminuzione di licenziamenti, dimissioni, cessazioni), in misura superiore alla media nazionale.

 

Previsioni Excelsior.  Le previsioni per i prossimi 2 mesi sembrano confermare questa tendenza.  Secondo il Rapporto Excelsior,   a fronte di un complessivo rallentamento delle assunzioni, comunque inferiore al  resto del paese, il contratto a tempo indeterminato dovrebbe crescere sensibilmente, con una punta del 60% del totale nel settore delle costruzioni.

“Nella Regione resta sempre consistente il peso del settore industriale, soprattutto nella media e grande industria, che conferma  la spiccata vocazione produttiva di alcuni territori (Chieti e Teramo), anche se le occasioni di lavoro oramai si concentrano soprattutto nei servizi (2 su 3).

Rispetto al resto del paese, l’Abruzzo è sotto la media per l’apprendistato.  Le imprese locali preferiscono  i contratti non dipendenti e le forme di collaborazione. Ma è soprattutto il contratto di somministrazione a trovare il favore degli imprenditori:  nell’industria manifatturiera quasi 1 nuovo contratto su 3 verrà stipulato con le Agenzie interinali”- prosegue Malandra.

Le proposte Cisl.  “Non è più rinviabile l’avvio di una serie di azioni coordinate di politica attiva a favore di lavoratori ed imprese.     Apprezzabili  sono in tal senso le iniziative  che la Giunta regionale ha già messo in campo, in particolare a favore dei soggetti deboli del mercato del lavoro(giovani e over 30). Ma gli interventi devono essere strutturali.   Su questo aspetto sia l’Unione Europea che il Governo nazionale devono comprendere che le misure a favore dei giovani e delle figure svantaggiate devono darsi un arco temporale di medio-lungo termine.

Mancano le risorse per i Centri per l’Impiego.   E’ necessario rendere  attuare e rendere efficiente la rete di orientamento e ricollocazione dei disoccupati, a livello nazionale, già normata da tre anni, anche per superare definitivamente il canale informale della ricerca di lavoro (tutto italiano) basato sulle conoscenze, parentali e amicali, o attraverso la ricerca non assistita su internet.

Nella società postindustriale bisogna investire in ricerca, innovazione, qualità, dematerializzazione delle produzioni, anche agricole e industriali, nella mobilità delle persone e delle merci per garantire lo sviluppo equilibrato  di  un sistema produttivo sostenibile in termini ambientali.

La Regione Abruzzo può già contare su 32 milioni di euro, aggiuntivi rispetto alle risorse del POR FSE Abruzzo, e indirizzate al  potenziamento dell’assegno di ricollocazione, ai  tirocini formativi,  ai percorsi di orientamento e formazione,  all’accompagnamento delle misure Garanzia Giovani e Garanzia Over.

Ma se non riusciamo a sbloccare le azioni ed i progetti  previsti dal Masterplan, dal Patto per lo sviluppo e dalla Carta di Pescara, non si innescherà pienamente  quel processo virtuoso di ripresa e sviluppo cui l’economia regionale non può più fare a meno - conclude Malandra.

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