CAMBIANO TARIFFE DELLE RICARICABILI: LE CHIAMANO RIMODULAZIONI, MA IN REALTÀ…
CAMBIANO TARIFFE DELLE RICARICABILI: LE CHIAMANO RIMODULAZIONI, MA IN REALTÀ…
Le tariffe delle ricaricabili non saranno più a 30, ma a 28 giorni. È solo l'ultima trovata che le aziende di telefonia usano per cercare di fare cassa e sopperire alle perdite di ricavi degli ultimi anni, dovuti alla riduzione delle tariffe usata per farsi concorrenza da un lato e dal calo della spesa dei consumatori dall’altro.
Questa della rimodulazione delle tariffe mensili a 4 settimane è solo l’ultima di una serie che vanno dal farsi pagare l'avviso di chi ci chiama all'annullamento delle tariffe pubblicizzate "per sempre".
C’è da dire che le rimodulazioni vengono comunicate secondo le norme con tanto di invii ai clienti e di possibilità di disdetta nei giorni previsti, ma se si disdice si paga di più.
Le rimodulazioni non riguardano le tariffe primarie delle ricaricabili, ma le opzioni.
In effetti le ricaricabili esistenti nel mercato italiano tutto sono tutto fuorché ricaricabili nel senso classico del termine. Sono una sorta di abbonamenti, ma senza il pagamento della tassa di concessione governativa (TCG)
Cosa fare
Se il consumatore non accetta la rimodulazione:
· Il consumatore si ritrova a pagare la tariffa base prevista per minuto (nella telefonia) e per M/b (in internet), che senza il supporto delle opzioni è molto più cara
· Chiudere la Sim e aprire un abbonamento. In questo caso infatti, al cambio delle condizioni contrattuali pattuite si può recedere senza costi né penali.
Adiconsum ritiene che la soluzione sia uniformare il mercato italiano a quello europeo e far crescere gli abbonamenti, rendendoli più chiari, più gestibili e abolendo la TCG.