D’AMARIO: TEMPO SCADUTO…. MENO SPOT PIU’ FATTI

D’AMARIO: TEMPO SCADUTO…. MENO SPOT PIU’ FATTI

La CISL FP apprende dalla stampa, per l’ennesima volta dal suo insediamento a Direttore Generale, gli annunci del Dott. Claudio D’Amario circa i grandi progetti che intende realizzare per il miglioramento dell’offerta sanitaria della AUSL di Pescara. Questa Federazione accoglie con grande consenso, e non potrebbe essere diversamente, le nuove assunzioni di personale medico e sanitario, la realizzazione di un polo di eccellenza riabilitativa su Popoli, l’apertura di un hospice sempre a Popoli, l’apertura di nuovi reparti di rianimazione e oncoematologia pediatrica, il nuovo pronto soccorso a Pescara, la ristrutturazione globale del presidio ospedaliero di Penne. Il problema è che questi annunci  li sentiamo ripetere da circa 5 anni così come l’imminente apertura del nuovo distretto sanitario di Montesilvano, il potenziamento della Cell factory  per le terapie cellulari e le ricerche sulle staminali e la istituzione della Lungodegenza presso la Geriatria di Pescara. E nessuno di questi obiettivi è stato finora realizzato. A voler essere comprensivi, si può anche capire che nel nostro sistema italico le lunghe pastoie burocratiche come anche i continui ricorsi alla magistratura possano rallentare  i processi, ma è pur vero che 5 anni sono un lasso di tempo più che sufficiente per vedere realizzato almeno qualcosa di quanto annunciato.

 Evidentemente  la politica degli annunci che fino a qualche anno fa era esclusivo appannaggio di una certa classe politica, oggi ha contagiato un po’ tutti. Egli periodicamente convoca  dipendenti e  stampa e narra loro quello che lui immagina  dover essere la Ausl di Pescara. Purtroppo  assai lontana dalla realtà attuale.

Emblematico è il caso del nuovo Pronto Soccorso del P.O. di Pescara: annunciato per la prima volta nel giugno del 2010 e da realizzare entro la fine del 2011. Poi di nuovo a novembre sempre del 2010 dato per operativo entro un anno. Di nuovo  a maggio del 2011 D’Amario dichiara che sarà pronto entro dicembre 2012. Ancora nel maggio 2013, in sede di presentazione del progetto annuncia la sua realizzazione per la fine del 2014. A febbraio 2014 dichiara che il pronto soccorso non sarà pronto prima del maggio 2015.

 Stesso discorso dicasi per la ristrutturazione completa del Presidio di Penne che già dal suo insediamento, il dott. D’Amario, insieme all’allora Assessore alla Sanità Regionale Lanfranco Venturoni, aveva annunciato realizzare entro alcuni anni. Dopo oltre 4 anni il Direttore Generale è tornato a Penne alcuni mesi or sono riproponendo lo stesso faraonico progetto di ristrutturazione globale dell’ospedale bocciato poi, senza appello, alcuni giorni fa dai vigili del fuoco poiché privo dei requisiti minimi di sicurezza antincendio.

Ecco questa in estrema sintesi risulta essere  la politica di D’Amario.

Il dato oggettivo è che negli ultimi anni l’offerta sanitaria nel suo complesso è peggiorata in modo considerevole sia sul versante delle strutture che del personale, sia la medicina territoriale che la specialistica a fronte di un attivo di bilancio nel 2013 di 25 milioni di euro. Allora con maggiore onestà intellettuale il D.G. dovrebbe dire: “ Il piano di contenimento della spesa sanitaria e la riduzione sistematica di beni e servizi mi hanno costretto a tagliare pesantemente non solo i pochi rami secchi ma anche tronchi vivi e vegeti determinando un peggioramento dell’emergenza-urgenza, della diagnostica, delle cure e delle liste d’attesa”.

Questo è il dato di realtà: se a feb. 2013 per una colonoscopia servivano mediamente 98 gg. di attesa, a febb. 2014 ne occorrono 125(più di 4 mesi!); se per un ecodoppler cardiaco ci volevano 56 gg., a febb. u.s. ce ne vogliono 97 e per un ecodoppler dei tronchi aortici ce ne vogliono addirittura 164; se per una risonanza magnetica occorrevano 230gg. oggi ce ne vogliono 250 (più di 8 mesi!); se per una gastroscopia occorrevano 82gg. oggi ce ne vogliono 91.

Di fronte a queste liste d’attesa, all’impossibilità di contattare telefonicamente il CUP e  all’alto costo del ticket, molti cittadini rinunciano alle cure oppure vanno a curarsi fuori regione (mobilità passiva) accollandosi un enorme disagio personale e familiare  e determinando un aggravio di costi per la sanità abruzzese o, ancor peggio, ricorrono alle cure direttamente da privati a loro totale carico economico.

A  questa dura realtà bisognerebbe che il manager dott. D’Amario dia delle risposte individuando gli strumenti più adatti a fronteggiare tale emergenza, per poi passare alle altre e non meno gravi emergenze della Ausl pescarese. Magari anche con il confronto sindacale che Egli, nonostante la sua iniziativa di istituire la Conferenza delle Relazioni Sindacali, continua a negare sebbene la CISL FP continui a richiederglielo. Da ciò si deduce che il dott. D’Amario è più portato al monologo che al dialogo, più all’annuncio che al duro sforzo quotidiano di dare gambe alle intenzioni. Purtroppo, com’è noto, di buone intenzioni è lastricato l’inferno.

                                                                                                                                       IL   SEGRETARIO

                                                                                                                                         DAVIDE  FARINA

   

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