I lavoratori dei centri di ricerca della Regione senza stipendio

I lavoratori dei centri di ricerca della Regione senza stipendio
Il problema che attanaglia i dipendenti di Cotir, Crab e Crivea, da mesi ormai senza retribuzione, sembra non interessi nulla al settore bilancio della Regione Abruzzo, probabilmente “distratto” dalle agiatezze e dai privilegi a cui i cittadini comuni sono costretti ad assistere con impotenza e rassegnazione.

Questa è l’amara conclusione a cui si perviene a seguito della notizia che la Delibera di Giunta n° 862 del 10 dicembre scorso, con la quale si sarebbe dato un notevole ristoro ai tre centri di ricerca abruzzesi, attraverso uno stanziamento di 260 mila euro, di cui 150.800 al Cotir, 96.200 al Crab e 13.000 al Crivea, non ha ricevuto il necessario parere favorevole dal settore Bilancio, parere che si riteneva dovesse essere una questione puramente formale.

Il risultato di questo diniego è che i dipendenti coinvolti, dopo aver dovuto fare i conti con lunghi periodi di cassa integrazione, dopo aver dovuto trascorrere le festività natalizie senza un euro in tasca e con l’incubo di ciò che potrà essere riservato loro per il futuro, dovranno aspettare chissà quanto ancora, prima di poter recuperare almeno in parte le numerose mensilità arretrate che, per quanto riguarda il Cotir, a mero titolo di esempio, ammontano ad otto, oltre la tredicesima e quattordicesima.

La Fai-Cisl vuole pubblicamente denunciare questo stato di cose non più accettabile, soprattutto perché, nella circostanza, si va ad interrompere inopinatamente un percorso che,  anche attraverso la legge di riordino dei centri di ricerca in discussione, dovrebbe condurre ad una soluzione definitiva della vicenda, con effetti positivi sia sulla qualità ed efficacia della loro attività, sia sulla tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali.

E’ perfettamente inutile mettersi a discutere sulla legge, trovare punti di condivisione con il Presidente Chiodi e l’Assesore Febbo, nel tentativo di dare risposte efficaci non solo ai lavoratori e alle loro famiglie ma anche al tessuto produttivo agro-alimentare abruzzese che deve poter contare su una ricerca di alta qualità, se poi si frappongono ostacoli che rischiano di compromettere l’esistenza stessa di Cotir, Crab e Crivea, con danni inimmaginabili per la competitività delle nostre imprese.

Di questo atteggiamento inspiegabile bisogna che qualcuno, una volta tanto, si assuma la responsabilità!

 

Il Segretario Generale aggiunto FAI Cisl Abruzzo

Feliciantonio Maurizi


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