Patronato tagli della Legge di stabilità

Patronato tagli della Legge di stabilità

la Legge di stabilità, secondo le prime stesure, prevede un intervento di tagli al Fondo dei Patronati e una riduzione  dell’aliquota del finanziamento.

            Il Fondo dei Patronati, che attualmente ammonta a circa 430 milioni di euro, se il provvedimento non verrà modificato, subirà una diminuzione di 150 milioni di euro. Un calo pari al 34,51% delle risorse, derivanti interamente dal contributo sui salari dei lavoratori dipendenti che dallo 0,226% scende allo 0,148%. Il Governo ha inoltre stabilito di diminuire dall’80 al 45% gli anticipi che vengono versati ai Patronati sulle somme spettanti; un’ulteriore 'pesante intervento', visto che i servizi vengono svolti anticipando le spese ed i Patronati sono ancora in attesa di ricevere i saldi dal 2011.

            Il taglio complessivo di risorse è pari a circa 298 milioni di euro, sui 430 milioni oggi in vigore, che danneggerà gravemente la capacità di continuare a tutelare gratuitamente i cittadini. Una strada verso ad una sostanziale ridimensionamento del sistema Patronato, che non potrà garantire l’accesso alle prestazioni, che rendono esigibili i diritti sociali alla comunità, né il supporto agli enti previdenziali che oggi consente il funzionamento.           

            Un taglio di risorse di queste proporzioni non è gestibile. Avere 30 milioni in meno al fondo, equivale a 1.000 operatori dei Patronati che rischiano il licenziamento. Considerato che il taglio previsto per il 2015 ammonta a più di 298 milioni di euro, nel 2015, sono a rischio 9.000 posti di lavoro.

            Il sistema è quindi, a forte rischio, anche perché le norme che restringono l’anticipazione delle risorse per l’attività svolta, metteranno in seria difficoltà finanziaria gli istituti di Patronato, portando di fatto ad una rischio operativo a partire già dal prossimo anno. Con un taglio di queste dimensioni i Patronati verrebbero privati di liquidità sufficiente per svolgere l’attività, a cui si aggiunge il ritardo di almeno 3 anni nei finanziamenti precedenti, ancora da erogare da parte dell’INPS.  

            Una penalizzazione insostenibile. Siamo dunque di fronte ad una situazione di estrema importanza, sulla quale intendiamo impegnarci fino in fondo per evitare che si realizzi. Come CISL ed INAS stiamo definendo numerose iniziative a livello territoriale, regionale e nazionale, anche con CGIL e UIL, e con i membri del Cepa (Inca-Ital-Acli) per  contrastare il provvedimento, intervenendo a tutti i livelli, da quello politico – istituzionale agli organi di informazione.

            Nei prossimi giorni saranno organizzate iniziative  per sensibilizzare i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici per far comprendere loro che è a rischio il diritto ad essere assistiti e tutelati gratuitamente.

 

    Il Direttore INAS Abruzzo                    Il Segretario Generale CISL AbruzzoMolise

  •               Settimio Castagna                                          Maurizio Spina

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