CORRIDOIO TIRRENO-ADRIATICO, CGIL, CISL E UIL ABRUZZO: “NO A SCHERMAGLIE POLITICHE, SÌ ALL’UNITÀ SUL FUTURO DELLA NOSTRA REGIONE”

CORRIDOIO TIRRENO-ADRIATICO, CGIL, CISL E UIL ABRUZZO: “NO A SCHERMAGLIE POLITICHE, SÌ ALL’UNITÀ SUL FUTURO DELLA NOSTRA REGIONE”

Sul corridoio Tirreno-Adriatico ci sia la convergenza di tutti gli attori in gioco, senza schermaglie politiche che minerebbero un traguardo che rappresenta il bene dell’Abruzzo. È l’auspicio di Carmine Ranieri, Leo Malandra e Michele Lombardo, segretari di Cgil, Cisl e Uil Abruzzo, all’indomani della bocciatura della risoluzione presentata da centrosinistra e M5S nella terza commissione del Consiglio Regionale. Nel documento, i gruppi di minoranza chiedevano un’accelerazione sulla strategia che mira a saldare la zona economica speciale (zes), il riordino delle grandi reti di traporto europee con la previsione di un corridoio tra Tirreno e Adriatico che interessa l’Abruzzo, e le ingenti risorse del Ricovery Plan. “Non è il momento per polemiche politiche – dicono i segretari – su un argomento che rappresenta davvero il futuro della nostra regione. L’intera classe politica, le forze economiche e sociali dell’Abruzzo devono marciare compatte: solo così, infatti, si raggiungerà l’obiettivo”. Un obiettivo che sembra alla portata: dopo una lunga attesa, infatti, finalmente la zes è stata approvata, anche se al riguardo i sindacati chiedono al governo di “velocizzare la nomina del commissario e dei componenti del comitato di indirizzo”, mentre l’esecutivo nazionale ha scelto di puntare sul potenziamento della tratta ferroviaria Pescara-Roma, e il ricorso ai fondi del Recovery Plan rappresenterebbe sicuramente la quadratura del cerchio. Ma in un sistema istituzionale dove si fa presto a rimettere in discussione ogni cosa, “l’errore peggiore che possiamo compiere come abruzzesi sarebbe quello di dividerci. Invece, su questo punto non ci può essere una maggioranza e un’opposizione: deve esserci l’Abruzzo intero, coeso e deciso. Noi come sindacati, al solito, siamo pronti a fare la nostra parte: lo sviluppo e il rilancio territoriale, in particolare delle aree interne, devono poggiare su strategie complesse, capaci di guardare realmente al nostro domani”.

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