Il referendum del 17 aprile: inutile e fuorviante

Il referendum del 17 aprile: inutile e fuorviante

Il referendum sulle trivellazioni del 17 Aprile rischia di generare confusione e di essere occasione di strumentalizzazione politica di un tema, quale è il rapporto tra le attività estrattive e la loro sostenibilità ambientale, delicato e strategico per l’economia dei territori e del Paese.
Tecnicamente il quesito ammesso al referendum chiede di esprimersi per cancellare la norma che consente alle società che hanno già la concessione rilasciata nel rispetto dei requisiti tecnici e delle disposizioni di legge sulla tutela dell’ambiente, di poter protrarre l’estrazione degli idrocarburi al di là del termine temporale della concessione. Questo impedirebbe alle società produttive di poter dilazionare l’estrazione nei momenti di maggiore stabilità e convenienza del prezzo del petrolio.
L’eventuale cancellazione di questa norma non cancella quindi il diritto delle imprese a continuare le estrazioni, cancella invece la possibilità di posticiparle in periodi più redditizi e temporalmente oltre la scadenza formale della concessione.
Contrariamente quindi a quanto sostenuto dalla propaganda dei comitati NO/TRIV anche un eventuale esito positivo del referendum non farebbe cessare alcuna attività estrattiva, la renderebbe oggi solo meno conveniente per le imprese e per i territori e domani metterebbe a rischio investimenti e l’occupazione nel settore.
La CISL non ritiene che un tema così importante e delicato possa essere affrontato con serietà a colpi di referendum, soprattutto se usato, come fanno i comitati NO/TRIV, per sostenere a nome dell’ambiente una demagogica campagna contro qualsiasi attività energetica e industriale a prescindere dalle compatibilità ambientali che si possono realizzare e dai progetti di sviluppo e lavoro che queste attività producono per i territori e per il Paese.
La CISL sa bene che fra la popolazione che sostiene i referendum, ci sono molte persone che in buona fede con il referendum vogliono cogliere l’occasione per manifestare la propria sensibilità ambientale e la loro contrarietà ad attività inquinanti il mare e le coste dei loro territori.
E’ una sensibilità e un obiettivo anche della CISL.

Proprio per questo siamo impegnati a spingere il Governo e il Parlamento a dare concreta attuazione agli obiettivi assunti in sede Europea per la drastica riduzione della dipendenza energetica dagli idrocarburi da realizzare entro il 2050 e a rendere compatibili le produzioni industriali con le esigenze di sostenibilità ambientale e di valorizzazione turistica del patrimonio paesaggistico e culturale dei nostri territori.
Siamo però anche consapevoli che obiettivi così ambiziosi possono essere raggiunti solo se sapremo gestire con serietà e responsabilità la necessaria fase transitoria verso l’energia verde e sapremo discernere tra i veri interessi delle popolazioni e del paese dalla propaganda spicciola e dalla cattiva informazione.
Trivella si trivella no è quindi sbagliato e fuorviante.
Dobbiamo invece spingere con più forza il Governo, il Parlamento e la politica locale ad assumersi le loro responsabilità e a mettere in campo investimenti e progetti sullo sviluppo della tecnologia verde e comportamenti coerenti nella transizione e nella realizzazione concreta degli obiettivi di progressiva trasformazione in termini di sostenibilità ambientale, delle nostre attività energetiche ed industriali.
E su questo la CISL c’è.

Documento approvato all’unanimità dall'esecutivo CISL

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