Molise: Analisi situazione economica ed occupazionale
- Modificato il: Venerdì, 10 Febbraio 2017
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Industria & Territorio nel Basso Molise: opportunità e prospettive di sviluppo
Il Molise è la regione più colpita dalla lunga recessione iniziata nel 2008.
Nonostante la ripresa del prodotto interno lordo, rilevata dall’Istat già a partire dal 2014, i sei anni di continue flessioni hanno lasciato una grave lacerazione all’interno della società. I redditi sono sensibilmente più bassi rispetto alla media nazionale, ma ancor più grave è il solco che divide gli stessi cittadini: il 70% della popolazione non arriva a percepire nemmeno il 40% del reddito regionale.
4 famiglie su 10 sono a rischio di povertà o di esclusione sociale.
La crisi ha ridotto le risorse ed il potenziale produttivo della regione.
La caduta della domanda interna e la flessione degli investimenti hanno contribuito ad indebolire il sistema delle imprese, che si è rivelato poco competitivo. Moltissime aziende sane, non solo quelle inefficienti, non sono state in grado di superare un periodo di recessione così lungo e impegnativo.
Particolarmente grave è la situazione del settore edile, che ha perso moltissimi addetti.
Eppure, negli ultimi mesi la dinamica degli insediamenti produttivi è tornata a crescere decisamente, grazie alla vitalità dei giovani imprenditori. Torna la voglia d’impresa, soprattutto tra i giovani under 35, che dimostrano di essere capaci di mettere in piedi aziende più stabili e resistenti rispetto agli imprenditori più anziani. E’ Isernia che primeggia, a livello nazionale, tra le province a più alta vocazione imprenditoriale giovanile.
Un segnale di ripresa confermato anche dalle esportazioni, che nei primi 6 mesi del 2016 sono incrementate del 92,8%. Il Molise ha venduto più prodotti agricoli, prodotti manifatturieri ed autovetture nazionali sui mercati esteri.
La cassa integrazione è in discesa, crolla l’ordinaria e va esaurendosi la deroga, soprattutto per i limiti di impiego introdotti dalle nuove normative. Resta solo un’impennata della straordinaria nell’area di Campobasso.
I dati sull’occupazione sono altalenanti, ma oggi, rispetto ai livelli del 2008, mancano ancora 4 mila posti di lavoro. La crescita dei contratti a tempo indeterminato, frutto degli incentivi del governo, si è esaurita nello spazio di pochi mesi; la dinamica del mercato del lavoro resta comunque positiva, grazie alla crescita delle assunzioni a tempo determinato ed al deciso calo del numero di cessazioni dei rapporti di lavoro.
Il tasso di attività, che mette insieme le persone che lavorano e quelle che vorrebbero lavorare, è ancora troppo lontano dalla media nazionale. E’ drammatico il numero degli inattivi, il 36% della popolazione: molte sono persone sfiduciate, che non hanno un lavoro e neppure lo cercano. Tra loro moltissimi giovani, che hanno smesso di studiare e non seguono neppure percorsi di formazione.Negli ultimi anni, molti paesi europei hanno deciso di mettere in atto misure di politica industriale per rilanciare lo sviluppo. In Italia l’intervento pubblico a sostegno delle imprese è stato invece drasticamente ridimensionato, a scapito soprattutto del meridione.
In questa situazione, la Cisl molisana ritiene indispensabile una riqualificazione del modello di specializzazione produttiva: è necessario sostenere i processi di aggregazione delle piccole imprese e favorire l’insediamento delle medie aziende, orientate verso mercati esterni; è urgente puntare al potenziamento della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico; vanno migliorate le condizioni di accesso al credito e ai mercati dei capitali.
Bisogna cioè contrastare tutti quelle azioni e quei fenomeni che hanno frenato la crescita della produttività del nostro sistema. La Cisl, in questo senso, è anche convinta che sia sempre più necessario rafforzare la detassazione del salario di produttività, elevando il limite salariale della premialità. Inoltre, non può più essere rinviata l’introduzione di pratiche di democrazia economica che favoriscano una più diretta partecipazione dei lavoratori nella vita e nelle scelte dell’azienda, fino a comprendere l'azionariato dei lavoratori.