“Il settore dell’AUTOMITIVE in Abruzzo: opportunità e prospettive”

Pubblicato il Mercoledi, 15 GIUGNO 2022


“IL SETTORE  DELL’AUTOMOTIVE IN ABRUZZO E MOLISE: RISCHI, OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE” è il titolo scelto per il convegno organizzato dalla Cisl e dalla Fim Cisl AbruzzoMolise ad Atessa (CH). A Luigi SBARRA, Segretario Generale Nazionale della CISL, sono state affidate le conclusioni della giornata.
I lavori, moderati dal Segretario generale Aggiunto della CISL AbruzzoMolise, Lucio Petrongolo, si sono aperti con l’introduzione del Segretario Generale della Fim CISL AbruzzoMolise, Domenico Bologna, che ha sottolineato l’importanza del convegno e del luogo scelto, Val Di Sangro, per la valorizzazione del settore automitive in Abruzzo. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Masilio, in video collegamento con l’assemblea.

     Giovanni Notaro, Segretario Generale della CISL AbruzzoMolise, ha affermato che l’Abruzzo si può considerare una Regione a forte vocazione industriale. “La manifattura rappresenta l’asse centrale del sistema economico. Il peso del manifatturiero sul totale dell’economia regionale è notevolmente influenzato dalla percentuale delle persone occupate, soprattutto quelli dipendenti, posizionando l’Abruzzo al 7° posto nella classifica delle Regioni italiane, grazie ai valori che superano, addirittura, le medie nazionali. I nostri prodotti manifatturieri sono competitivi sul mercato estero. Il peso della provincia di Chieti sul totale esportato raggiunge quasi il 70%. Il territorio chietino si posiziona ai primi posti nella graduatoria delle province italiane”. Dati presentati dall’Ufficio studi della Cisl, elaborati dal Professore Giuseppe Mauro emerge che se la manifattura definisce la vocazione industriale dell’Abruzzo, al suo interno l’automotive occupa una posizione di assoluto rilievo. “Dall’export deriva oltre 1/3 del fatturato complessivo dell’automotive, un settore produttivo che oltre ad avere un ruolo chiave nelle esportazioni è protagonista anche nei campi dell’innovazione e degli investimenti e soprattutto il settore negli anni di crisi e di recessione ha rappresentato uno strumento di sopravvivenza per le imprese e di sostegno all’economia ha compensato con la domanda interna. Siamo la seconda regione per peso del settore automotive sul totale esportato (46,3%) e quarta sul totale nazionale (7,6%) esportato dietro Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia”. Il 20% degli occupati dell’automotive del Mezzogiorno proviene dall’Abruzzo e circa il 5% a livello nazionale. La filiera dell’automotive è composta di circa 116 imprese, di cui il 5% è dato da imprese con più di 250 addetti (Italia: 2,8%). Nonostante la partecipazione di piccole e medie imprese al percorso produttivo, oltre l’80% degli occupati nel settore proviene da imprese con oltre 250 addetti (71% Italia).
Per la Cisl le sfide future vanno affrontate con le competenze adeguate. “La via maestra è la formazione. “Dobbiamo sviluppare maggiore capacità attraverso le Politiche attive, - continua Notaro-, cercare di viaggiare alla stessa velocità di altre aree d’Europa. È fondamentale la collaborazione tra i vari soggetti:       Istituzioni, Scuola, Ricerca, Università, creare ITS in maniera sinergica con le imprese, ma attraverso la contrattazione. Dobbaimo fare scelte responsabili e giuste e la Regione deve assumersi impegni concreti con il settore dell’automotive”
 


L’intervento di Ferdinando Uliano, Segretario Nazionale della Fim Cisl, ha riportato l’attenzione sulla decisione europea dello stop delle motorizzazioni endotermiche nel 2035, le preoccupazioni che stanno emergendo in queste ore da parte delle istituzioni e del mondo della politica sono tardive, rispetto alle sollecitazioni che da tempo come Fim-Cisl abbiamo posto al centro di una strategia industriale che deve essere messa in campo per cogliere il cambiamento generato dalla cambio delle motorizzazioni, le sfide della digitalizzazione, della connettività, della guida autonoma. Una strategia industriale che manca nel paese e che è indispensabile per impedire la desertificazione industriale e il licenziamento di oltre 75.000 lavoratori. Le sfide della sostenibilità ambientale ed ecologica, devono essere accompagnata da scelte di sostenibilità sociale ed industriale. Bisogna rendere operativo da subito e disponibile per il settore le risorse stanziate nel Fondo per il settore dell’automotive. Le risorse stanziate per gli incentivi all’acquisto delle auto, non possono drenare le risorse per il rilancio industriale del settore. Chiediamo che Giorgetti convochi immediatamente il tavolo dell’automotive per attuare tutte le scelte necessarie per il rilancio industriale e occupazionale che servono per il settore.

Roberto Benaglia segretario generale FIM Cisl : L’iniziativa sindacale che oggi Fim e Cisl hanno voluto organizzare qui nel cuore della Val Di Sangro, distretto importante del l’automotive è tempestiva rispetto alle transizioni che questo settore sta vivendo anche sulla base delle decisioni europee che spingono verso la mobilità elettrica. Siamo qui per ribadire che nessuna transizione sarà giusta senza l’apporto e il coinvolgimento dei lavoratori, che il cambiamento deve essere socialmente sostenibile. Ribadiamo oggi l’urgenza di una progetto paese a sostegno dell’automotive che il governo Draghi deve urgentemente adottare insieme alle parti sociali. Francia e Germania sono già avanti su questa strada e noi non possiamo stare fermi. La politica non può rimpallarsi le colpe sulle scelte europee, deve essere capace di produrre una politica industriale adeguata per attrarre nuovi investimenti e tutelare i lavoratori. Ci chiediamo come Fim come sia possibile che il PNRR venga orientato per rifare scuole, strade o tutelare borghi antichi e non invece per elevare l’innovazione e la competitività della manifattura che ha nel l’automotive il suo cuore pulsante. Senza politica industriale nuova e condivisa rischiamo di avere cassaintegrati a vita che non riusciranno ad acquistare auto elettriche importate dall’Asia. Non possiamo stare fermi.

Lugi Sbarra, Segretario Nazionale generale della CISL nel suo intervento conclusivo ha  sottolineato che la transizione all’elettrico sia orientata da sostenibilità sociale. Serve intervento concertato: governo convochi tavolo di settore
~“Il 2035, data oltre la quale in Europa non si venderanno più auto a motore endotermico, è una scadenza che sembra lontana, ma in realtà è dietro l’angolo.~ Le opportunità di elevare innovazione, produttività, eco-compatibilità di sistema sono evidenti e importanti. Ma per coglierle bisogna partire dal fattore della sostenibilità sociale. In gioco ci sono almeno 75mila posti di lavoro, ai quali si aggiungono gli occupati dell’indotto. Non possiamo lasciar andare i nostri lavoratori in cassa integrazione e importare le batterie dalla Cina”. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, intervenendo ad Atessa ad una iniziativa della Cisl Abruzzo-Molise e della Fim sull’Automotive. “Se non vogliamo desertificare filiere industriali strategiche, dobbiamo sbloccare gli investimenti previsti nel PNRR e in Manovra, orientando le risorse in modo tale che ad ogni euro speso in tecnologa e innovazione ne corrisponda un altro sulla difesa, la formazione, la riqualificazione delle persone che lavorano. È essenziale governare insieme questo passaggio, con un intervento concertato e organico sull’intero settore. Per questo la Cisl chiede l’immediata convocazione del tavolo di settore al Mise”, ha concluso Sbarra.
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