Crisi ARA d’Abruzzo

Crisi ARA d’Abruzzo

Ferma restando la necessità, condivisa dal sindacato, che la Regione Abruzzo intervenga con urgenti misure ordinarie e straordinarie per la salvaguardia ed il rilancio dell’Ente, ci permettiamo una breve replica alle affermazioni contenute nel comunicato stampa del comitato Direttivo dell’Associazione Regionale Allevatori d’Abruzzo, laddove si fa riferimento alla presunta riorganizzazione che sarebbe stata messa in campo da tempo, nel segno del suo riordino e razionalizzazione.

In realtà i vari Comitati Direttivi succedutisi negli ultimi anni, al pari della parentesi commissariale, si sono limitati a subire passivamente la crisi, aggravatasi con i tagli dei finanziamenti pubblici a partire dal 2011, senza mai aver avuto la capacità di pensare azioni positive per contenere i disagi e senza aver dato la sensazione di saper affrontare le difficoltà in maniera adeguata alla gravità della situazione.

In sostanza l’Ara non ha fatto altro che scaricare il peso della crisi sui propri dipendenti, gli unici che possono rivendicare di aver sopportato enormi sacrifici pur di tenere in vita l’Associazione e garantire i servizi a sostegno delle imprese zootecniche del territorio.

Oltre 20 mesi di stipendi da percepire, anni di cassa integrazione e contratti di solidarietà, perdita di circa trenta unità lavorative, sono fatti che lo dimostrano inequivocabilmente come, altrettanto inequivocabilmente, il milione e mezzo circa di euro che le imprese zootecniche devono all’Ara come contributi associativi arretrati indicano che la condizione disperata dei dipendenti non sembra essere il primo pensiero degli allevatori abruzzesi, di cui il Comitato Direttivo è espressione.

Il nostro auspicio è che, d’ora in avanti, tutti facciano la propria parte nell’interesse dell’Ara e della zootecnia di questa regione.

 

 

Per la Segreteria Regionale Fai Cisl

Feliciantonio Maurizi / Franco Pescara

 

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