CISL FP. L’irresponsabilità regna sovrana nelle stanze della Regione Abruzzo?

CISL FP. L’irresponsabilità regna sovrana nelle stanze della Regione Abruzzo?

La CISL, unitamente all’Avvocato Valentina Bravi, che ha patrocinato i ricorsi dei dipendenti della Regione Abruzzo per il riconoscimento del diritto alla perequazione della retribuzione individuale di anzianità, ha ripetutamente sollecitato l’Ente Regione a trovare un accordo per la composizione bonaria della controversia insorta tra lo stesso Ente ed i circa trecento lavoratori assistiti dall’Avv. Bravi.

I tentativi sono stati esperiti sia prima del deposito dei ricorsi, sia durante il giudizio dinanzi ai diversi Tribunali d’Abruzzo territorialmente competenti.

Il silenzio all’interlocuzione della CISL e dell’Avv. Bravi è stato “assordante”, anzi è stato riscontrato un atteggiamento ondivago e si è passati da un parvenza di disponibilità a trovare soluzioni transattive, persino dinanzi al Giudice del Lavoro, chiedendo il rinvio delle udienze di discussione, ad una maldestra decisione di abrogare la norma che garantiva la perequazione sulla quale sono fondati i ricorsi.

La volontà da parte della CISL di una transazione non era dovuta all’incertezza dell’esito del giudizio, ma ad una consapevolezza che deriva dal senso di responsabilità di un sindacato confederale che si preoccupa della tutela dei diritti dei lavoratori regionali, ma nel contempo è attenta all’impatto che le pronunce dei Giudizi del Lavoro potrebbero avere sulla situazione finanziaria dell’Ente Regione con ripercussioni negative sui contribuenti. Non abbiamo riscontrato altrettanto senso di responsabilità da parte di chi ha la responsabilità politica ed è deputato ad assumere decisioni nel merito.

Le prime cento sentenze emesse dal Tribunale di Pescara hanno visto i ricorrenti ottenere il diritto alla perequazione così come richiesto, con interessi legali ed una parziale soccombenza per ciò che riguarda le spese di lite.

Da ciò deriva che la Regione Abruzzo da subito dovrà provvedere a dare spontanea esecuzione al dispositivo delle sentenze, provvedendo alla quantificazione delle somme spettanti a titolo di adeguamento sullo stipendio mensile ed altresì alla quantificazione delle somme dovute per gli arretrati con gli interessi legali maturati.

Auspichiamo che il senso di responsabilità questa volta prevalga, per evitare la proposizione di altrettanti ricorsi per la quantificazione delle somme al fine di non aggravare ulteriormente le spese a carico della Regione Abruzzo.

La vicenda della RIA è stata già portata dinanzi al Giudice del Lavoro negli anni passati dalla quasi totalità dei dirigenti della Regione Abruzzo che hanno ottenuto, a loro volta, il riconoscimento del diritto alla perequazione. A nulla è servito proporre appello e, successivamente, il ricorso per Cassazione, se non ad aggravare i costi a carico dell’Ente, che in tutti i gradi di giudizio è risultato soccombente.

Probabilmente pecchiamo di ingenuità nel ritenere che questa volta chi è deputato a decidere faccia tesoro dell’esperienza passata, ma visti gli importanti connotati che assume la vicenda, solo una classe dirigente irresponsabile può decidere di non ottemperare spontaneamente al disposto delle sentenze di primo grado ed altresì di appellarle.

 

Valentina Bravi                                                                    Il Segretario Generale

Avvocato                                                                            Vincenzo Traniello

 

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