VIOLENZA: incapacità al rispetto della dignità umana
Nel corso della storia,molte ideologie ,culture,stereotipi socialmente costruiti da un punto di vista prettamente maschile, religioni e legislazioni hanno teorizzato e praticato la supremazia a vantaggio degli uomini,favorendo e giustificando rapporti di sopraffazione , dominio e violenze nei confronti delle donne. I diritti acquisiti,una maggiore attenzione e consapevolezza della condizione umana,in termini di rispetto e di scelte hanno messo in evidenza la problematica sociale della violenza in tutte le sue forme ,sia per la gravità che per il tipo di relazione in cui si manifestano. Molte mura domestiche sono lo scenario di violenza fisica,psicologica e di femminicidio , termine non inteso nel senso stretto di omicidio di donne ma anche per estensione in quello di violenza omicida perpetuata dagli uomini ai danni delle donne in quanto tali ,ossia appartenenti al genere femminile. Molte sono le donne imprigionate in ruoli stereotipati di subordinazione e sudditanza che vivono una condizione di silenziosa acquiescenza a compiti e doveri,di passiva accettazione di violenza da parte di individui a cui manca l’orientamento guida di una rappresentazione di essere umano e con un ‘incapacità a vivere le relazioni rispettando l’altrui dignità e valore. Spesso, quando il nuovo ruolo sociale della donna autonoma, la sua identità, vengono vissuti come un’invasione degli spazi che l’uomo storicamente ha inteso come diritti sanciti dalla posizione antropologicamente occupata fin dai primordi, la donna diventa il nemico d’abbattere con la violenza, per ripristinare una posizione dominante .I profondi vissuti di disagio,di depressione ,perdita di vitalità, costante paura e terrore,portano le vittime ad isolarsi mettendo da parte le proprie emozioni poiché l’attenzione è rivolta al partner abusante per cercare di sopravvivere alla situazione. La trappola psicologica innescata dalla manipolazione relazionale ,una sorta di lavaggio del cervello, porta ad una condizione di passiva accettazione ed a non ammettere di essere vittima della violenza neanche quando bisogna accedere ai servizi sanitari per danni fisici osservabili che necessitano di trattamenti clinici di cura. Tale manipolazione ha un ciclo tipico:una fase d’accumulo delle tensioni nelle interazioni, l’atto aggressivo , una fase di calma e riconciliazione tecnicamente nota come “la luna di miele” momento più pericoloso in cui l’uomo manifesta pentimento e volontà al cambiamento ,illudendo le vittime che oltre alla sottomissione sperimentano erroneamente un ruolo riabilitativo nel perdonare. Più la donna decide di continuare una relazione più l’aggressore è condizionato a ritenere che la vittima accetti la violenza come conseguenza delle sue provocazioni e il ripetersi di nuove violenze .Difficilmente le vittime che subiscono anche ricatti economici e isolate socialmente trovano il coraggio di denunciare alle autorità gli abusi ,condizionate anche dalle leve emozionali del senso di vergogna ed di colpa continuando a vivere una vita di soprusi e di sottomissione. Il Coordinamento Donne Interregionale FNP CISL Abruzzo –Molise esprime solidarietà a tutte le vittime indicando come azioni politiche-sociali positive, orientate al contrasto della violenza ,la protezione delle vittime,con centri d’accoglienza e tutela ,consulenza giuridica e psicologica,condanna dei reati ,azioni educative alle nuove generazioni per prevenire il diffondersi di culture sessiste e misogine e di modelli di rappresentazione delle relazioni tra uomini e donne fortemente asimmetriche. Necessario anche creare spazi d’ascolto ed intervento sugli uomini maltrattanti per intraprendere un percorso di cambiamento che aiuti a gestire le emozioni in modo adeguato. Cambiare i preconcetti,gli stereotipi di genere è una realtà possibile se la società svilupperà la cultura della non violenza ma lungo è il percorso …
La Coordinatrice Donne Interregionale FNP Abruzzo - Molise
Eva Santangelo