Vigilanza privata e servizi fiduciari mobilitazione e sciopero dell'1 e del 2 agosto anche in Abruzzo e in Molise
Si allungano le distanze al tavolo per il nuovo contratto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari scaduto nel 2015. La trattativa del 23 luglio, originariamente prevista come sessione di tre giorni per tentare di giungere ad un avvicinamento sostanziale e decisivo in funzione del rinnovo contrattuale atteso da ormai 42 mesi dai 70mila addetti del comparto, non ha sciolto i nodi sul tavolo. Resta dunque confermata la mobilitazione e lo sciopero nazionale del comparto proclamato dai sindacati per il primo e il 2 agosto, differito al 6 settembre per gli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali; l'attivo nazionale delle strutture e dei delegati ha intanto definito i dettagli della mobilitazione organizzata a livello territoriale con presidi e sit-in davanti le Prefetture dell'Abruzzo e del Molise.
I sindacati, stigmatizzando il carattere di strumentalità della posizione assunta dalle associazioni imprenditoriali di settore rispetto alla proclamazione dello sciopero ed alle risposte fornite dai sindacati sulle proposte datoriali in ordine a mercato del lavoro, malattia e flessibilità, in un comunicato sindacale congiunto ripercorrono il reale andamento del confronto che ha visto in extremis i sindacati tentare la procedura di raffreddamento dichiarando che sarebbe sfociata in un’iniziativa di sciopero solo a fronte di un risultato negativo del calendario di incontri allora definiti (12 luglio, data disdetta dalle Associazioni Datoriali; 22, 23 e 24 luglio, date parzialmente annullate unilaaterlamente dalle Associazioni Datoriali).
I NODI DEL NEGOZIATO
1. Mercato del lavoro: le associazioni imprenditoriali hanno richiesto di introdurre il lavoro intermittente anche per la mansione di GPG; di aumentare a livello nazionale le percentuali di ricorso al contratto a termine (oggi per legge al 20%) e alla somministrazione (oggi per legge al 30%); di prevedere deroghe al contratto a termine adducendo l’assimilazione al lavoro stagionale. Le OO.SS. hanno dichiarato contrarietà verso il lavoro intermittente e disponibilità a ricercare specifiche soluzioni per le attività di stewarding, buttafuori e nei casi di manifestazioni fieristiche o eventi specifici; disponibilità a prevedere per le attività svolte in porti e aeroporti che risentono dei flussi turistici una derogabilità nel ricorso al contratto a termine, secondo limiti quantitativi e temporali da definirsi a livello territoriale.
2. Orario di lavoro: le associazioni imprenditoriali hanno proposto l’introduzione di un nuovo (!) sistema di distribuzione dell’orario di lavoro (6 giorni di lavoro + 1 giorno di riposo), con la facoltà per il datore di lavoro di variare la prestazione giornaliera fino ad un massimo di 13 ore giornaliere e con periodi di superamento dell’orario settimanale nel corso dell’anno. Le OO.SS. hanno dichiarato disponibilità a prevedere tale sistema esclusivamente per i Servizi di Sicurezza Integrata, a condizione che l’azienda possa ricorrere – previo confronto a livello territoriale – solo ad uno di essi e con precisi limiti quantitativi (min-max giornaliero, min-max settimanale). Inoltre, è stato richiesto che l’organizzazione del lavoro diventi materia della contrattazione di secondo livello, sulla scorta di quanto previsto da anni dai CCNL per altri settori, superando una volta per tutte la politica discrezionale dei responsabili aziendali.
3. Malattia e infortunio: la richiesta imprenditoriale verte sulla revisione del trattamento economico per la carenza (primi 3 giorni di malattia) e il periodo di comporto. Le OO.SS. hanno espresso un giudizio di contrarietà in via di principio, anche sulla base delle condizioni di rischio e di stress tipiche dell’attività di sicurezza; hanno altresì evidenziato come le scelte operate in altri CCNL non abbiano prodotto il contenimento del fenomeno auspicato dalle imprese e, per contro, alimentato una serie di problematicità connesse agli aspetti sanitari.
Occorre inoltre avere presente anche gli altri punti qualificanti del negoziato, su cui le Associazioni Datoriali non hanno manifestato nessun avanzamento:
a) Cambio appalto: dopo un lungo confronto che sembrava prefigurare una positiva soluzione già a dicembre 2018, il testo è stato rimesso radicalmente in discussione dalle Associazioni Datoriali che, ad oggi, ammettono di non avere una posizione comune sul tema. Si palesa la volontà di non modificare la norma attuale, pur riconoscendone i forti limiti e il mancato rispetto da parte di molte imprese.
b) Classificazione: l’avvicinamento sinora realizzato che prefigura un inquadramento unitario delle diverse figure professionali, suddivise in tre distinte aree, viene sottoposto ripetutamente ad osservazioni strumentali con il velato intendimento di vanificare l’impostazione stessa. In pratica, molti pensano che si potrebbe lasciare inalterato l’assetto oggi esistente.
c) Salario: il tema è stato solamente sfiorato perché non è mai stata avanzata una proposta vera e propria. In un’occasione è stato prospettato un aumento di 40 euro a valere per il prossimo triennio, ritenendo economicamente coperto il periodo pregresso con l’erogazione dell’acconto sui futuri aumenti di 20€ previsto dal CCNL 2013.
d) Altre materie: per quanto attiene Previdenza Integrativa, Assistenza Sanitaria Integrativa, Diritti sindacali, Permessi e congedi, le OO.SS. hanno presentato proposte scritte per le quali si è ricevuto una generica dichiarazione di assenso, mai confermata formalmente.
Le Associazioni Datoriali hanno aggiunto che ritengono necessaria una propria fase di riflessione interna, anche in considerazione dei processi societari in atto e di ritenere possibile una ripresa del negoziato nella seconda metà di settembre. Al contempo, hanno auspicato un mutamento delle posizioni sindacali che consenta di risolvere le questioni poste. Abbiamo preso negativamente atto di questa esposizione che non si condivide nella ricostruzione della discussione svolta, né nel merito.
Più probabilmente, continua a prevalere un atteggiamento strisciante contrario a realizzare la riforma contrattuale necessaria per un settore che quotidianamente dimostra i mali di cui soffre e che purtroppo si scaricano continuamente sulle spalle dei lavoratori, come dimostrato anche dalle numerose situazioni di crisi e di sistematica violazione delle regole contrattuali esistenti.
Per queste ragioni, i sindacati rinnovano l’invito a sviluppare ogni iniziativa di informazione tra i lavoratori e di contrasto ai tentativi in atto in questi giorni tesi a limitare l’esercizio del diritto di sciopero. Entro il mese di settembre i sindacati convocheranno un Attivo nazionale delle Rappresentanze Sindacali per definire i passi successivi della vertenza.