Egregio Direttore,
con la cosiddetta Fase 2 il Paese prova a ripartire, consapevole dell’importanza di questo momento nell’ottica di una prospettiva di breve periodo per uscire definitivamente dall’incubo Covid.
Tra gli ambiti che necessitano di particolare e costante attenzione c’è di certo quello del trasporto pubblico, sia gomma che ferro, oggi più che mai sotto una inevitabile lente di ingrandimento.
La recente vicenda del febbricitante operaio della Sevel, salito su di un autobus per recarsi al lavoro, denota quanto sia fondamentale una azione sinergica di prevenzione e controllo che non può non coinvolgere le Aziende che operano nel TPL.
Tra queste, la TUA SpA e la Direzione regionale di Trenitalia ne detengono la responsabilità maggiore.
Il Protocollo condiviso del 14 marzo 2020 per il contrasto della diffusione del Covid negli ambienti di lavoro, nelle sue premesse richiama tra le altre cose all’utilizzo degli ammortizzatori e a organizzazioni straordinarie del lavoro per attuare il contenimento del contagio.
L’allegato 8 al DPCM del 26 aprile scorso, in aggiunta a quanto stabilito dal Protocollo del 14 marzo, delinea una serie di adempimenti da adottare, con una specifica sezione per ogni tipologia di trasporto e, quindi, anche per il trasporto su ferro e su gomma.
Il combinato disposto di questi principi, che poi sono di fatto degli obblighi, dal lato dell’organizzazione del lavoro comporta necessariamente una valutazione condivisa tra le parti, quindi la stipula di accordi, che prevedano nuove figure temporanee che coinvolgano una parte dei lavoratori fermi a causa della riduzione dei servizi, l’implementazione dello smart working e, solo in ultima istanza, il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Questo sarebbe il quadro ottimale.
Ad oggi però non sempre accade.
La Direzione regionale di Trenitalia, che ben ha operato durante le fasi della prima emergenza, tiene a casa tanti operatori della vendita e dell’accompagnamento treni che potrebbero invece essere utilizzati sui convogli al fine di garantire il distanziamento sociale nonché tutti gli adempimenti previsti dal sopra richiamato allegato 8.
Un solo Capo Treno in servizio, infatti, non è in grado di effettuare tutte quelle operazioni che la straordinarietà della situazione richiede, a prescindere da chi ne abbia poi la responsabilità giuridica, che comunque non può essere lasciata in capo al lavoratore.
Ancora più negativo è il quadro che caratterizza la gestione da parte di TUA SpA.
Tralasciando le inadempienze più volte segnalate dalle Organizzazioni Sindacali, emerge in questi giorni una realtà che male interpreta il senso e lo scopo dei Protocolli e degli adempimenti da introdurre.
Il Presidente Giuliante, con una excusatio non petita, mette le mani avanti sulla carenza di mezzi che renderebbero impercorribile l’ipotesi di un aumento delle corse, omettendo di evidenziare come si siano lasciati colpevolmente in Cassa integrazione tanti manutentori che, nel periodo di maggior riduzione dell’offerta, avrebbero potuto sistemare gran parte dei mezzi ancora fermi rendendoli disponibili per questa seconda fase.
E come giudicare l’affermazione di mancanza di personale idoneo alla verifica dell’attuazione dei protocolli sui mezzi quando abbiamo Verificatori di titoli di viaggio in Cassa Integrazione da 40 giorni e per i quali nessuno ha previsto l’impiego andando a professionalizzarli per operazioni tipo il rilevamento della temperatura ai viaggiatori in salita e supporto al conducente nella gestione numerica dei viaggiatori da incarrozzare.
Ed ecco l’accusatio manifesta.
Il sospetto, per usare un eufemismo, è che in una fase delicata come questa i management aziendali delle Società di trasporto abbiano una attenzione particolare all’utilizzo degli ammortizzatori che non si contempera con la inderogabilità di alcune attività legate alla prevenzione della diffusione del Covid 19, a prescindere, anche in questo caso, da chi ne detiene la responsabilità giuridica.
Una visione di opportunità di cassa piuttosto che di socialità degli strumenti economici per il perseguimento della socialità, anche solidaristica, degli obiettivi.
È questa la nuova versione della socialità del servizio che oggi si chiede al trasporto pubblico, in aggiunta alla tradizionale garanzia costituzionale che ne fa un servizio essenziale.
La Regione Abruzzo si riappropri del ruolo di Ente programmatore ed assuma anche quello di garante della tutela della salute dei cittadini sui mezzi pubblici.
In fondo le Ordinanze servono a questo, a fare in modo che nessun febbricitante possa salire su un autobus o su un treno mettendo a rischio una scommessa assolutamente da vincere.
Il Segretario Generale
Amelio ANGELUCCI