Suicida per amianto: grazie a Inas riconosciuta malattia professionale
16-06-2015 - Fonte: inas.it
Il patronato Inas Cisl ha ottenuto una vittoria significativa - in tribunale - facendo riconoscere un suicidio come direttamente connesso ad una malattia professionale.
L’importante sentenza è stata emessa a Genova, dove un lavoratore – esposto all’amianto per anni – aveva contratto un mesotelioma pleurico. La malattia gli aveva procurato non solo una forte sofferenza fisica, ma lo aveva spinto anche al ritiro dalla vita sociale e familiare. La tragica conseguenza di tale situazione era stata il suicidio.
Un evento che, secondo l’Inail, non aveva nulla a che vedere con la malattia causata dal lavoro, nonostante l’istituto stesso avesse riconosciuto al lavoratore in vita una rendita e una menomazione permanente pari al 90%: in base a questo ragionamento, secondo l’ente, la famiglia del lavoratore non aveva diritto alla rendita ai superstiti.
E’ a questo punto che è entrato in campo l’Inas di Genova, che ha assistito i familiari della vittima in tribunale, per dimostrare il nesso di causa tra il mesotelioma pleurico ed il suicidio.
In sostanza, il patronato si è adoperato per far emergere le rilevanti conseguenze psicologiche della dolorosa vicenda, consentendo così la dimostrazione del fatto che il lavoratore era affetto da una gravissima sindrome depressiva, determinata proprio dal mesotelioma di origine professionale e che – proprio la malattia terminale – si era tolto la vita.
Il caso si è concluso con una sentenza di primo grado che ha riconosciuto il diritto negato grazie all’intervento dell’Inas che ha saputo far emergere tutti i delicati aspetti di una vicenda che non poteva essere affrontata applicando la normativa tout court, ma che per la gestione in giudizio di una storia tanto difficile ha richiesto l’impiego di competenze di alto livello.