Nov01

Povertà in casa, assicurati 50 litri d'acqua al dì anche a chi non può pagare il servizio

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Povertà in casa, assicurati 50 litri d'acqua al dì anche a chi non può pagare il servizio

Povertà in casa, assicurati 50 litri di acqua al giorno anche a chi non può pagare il servizio perché versa in grave stato di disagio economico e sociale. Questo attraverso il decreto del presidente del consiglio del 29 agosto 2016 pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 14 ottobre 2016. In Italia, secondo i dati dell’ultimo rapporto di Caritas, vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie per un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi ed è, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del mezzogiorno, dagli anziani, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e dalle nuove generazioni. Ancora dati sconcertanti sulla povertà dicono che le famiglie in questa situazione nelle regioni del nord sono cresciute dal 3,1% del 2007 al 7,6% del 2015. L’Istat segnala anche un dato preoccupante quelle della morosità per mutui, affitti, bollette di acqua, luce e gas che interessa il 14,3 delle famiglie italiane: 2,7 milioni. Per loro gli acquedotti non potranno negare il servizio idrico anche in caso di morosità, dovendo assicurare un minimo di 50 litri al giorno per persona. Il decreto sull’acqua rinvia la fase operativa ad un successivo provvedimento dell’Autorità garante per l’energia elettrica, il gas ed i servizi idrici (AEEGSI). La norma nasce dal collegato ambientale con la direttiva per l’autorità ad emanare il provvedimento sulla morosità degli utenti del servizio idrico che per la federazione delle aziende è tra l’1 ed il 10%. Andranno poi riscritte numerose norme dei regolamenti sul servizio idrico. La lettura dei contatori, il loro ammodernamento, la fatturazione i piani di rientro della morosità, i reclami e le controversie, la messa in mora e la chiusura della fornitura. Queste nuove direttive che verranno emanate dall’Autorità saranno vincolanti per le aziende che dovranno uniformarsi alle decisioni. Ma un risultato positivo sarà anche quello di rendere più semplice chiedere, da parte degli utenti, sanzioni alle aziende in caso di pratiche commerciali scorrette. Queste saranno erogate dalla AEEGSI. Nel decreto si prevede che l’alimentazione idrica potrà essere sospesa alle utenze solo dopo la messa in mora e se il deposito non sarà sufficiente a sanare l’arretrato. Per le utenze domestiche il servizio potrà essere sospeso quando la morosità superi il corrispettivo annuo della fascia agevolata. Salvaguardando la famiglie in condizioni di tutela. Le difficoltà saranno nell’applicare queste norme anche alle utenze condominiali oltreché a quelle individuali. Infatti se il tubo di entrata dell’acqua è unico per tutto l’immobile non sarà possibile sospendere l’erogazione in modo differenziato salvando alcuni utenti ed altri no. Così come la chiusura o la limitazione della portata. Una soluzione potrebbero essere quella di accordi locali con gli acquedotti, attraverso parametri stabiliti dalla Autorità, per suddividere le utenze da condominiali ad individuali. Ma non sarà semplice. Tasto dolente del decreto è quello della copertura dei costi dell’operazione di tutela delle famiglie disagiate e povere. Il provvedimento stabilisce che deve essere garantito l’equilibrio economico del servizio idrico da parte dei gestori con la conseguenza di spalmare sugli altri utenti i costi con un possibile aumento del 2 % delle tariffe. Operazione che va contrastata con tutti i mezzi, aprendo una trattativa con l’Autorità preposta.

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